IL PARADIGMA DELLA CONTEMPORANEITA' E LA LOGICA IDENTITARIA NELLA RICERCA ARTISTICA ATTUALE. ORIENTAMENTI INTERNAZIONALI E E NUOVE DIMENSIONI LOCALI

di Isabella Falbo

1- Il paradigma della contemporaneità: l’identità in questione

Ciò che tanti artisti contemporanei esprimono attraverso le loro opere è il carattere schizofrenico e multisfaccettato dell’identità contemporanea.

Vorrei iniziare il mio intervento introducendo brevemente il contesto contemporaneo in cui viviamo e all’interno del quale gli artisti si trovano ad operare, avvalendomi prevalentemente delle teorie di Massimo Canevacci e Stuart Hall.

Il paradigma della contemporaneità è caratterizzato dall’ibridazione culturale, dalla giustapposizione e dal sincretismo.
Il termine di ibridazione serve a denotare una dinamica di incontro, di scambio e di trasmissione culturale. Ibridazione è anche una nozione per cogliere tutte quelle strategie di riformulazione identitaria particolarmente frequenti nel mondo contemporaneo, forme di appropriazione di codici appresi ma appartenenti a culture diverse, che permettono un atteggiamento attivo nei confronti dell’alterità, dell’altro. In altre parole, una reazione al multiculturalismo che ha portato all’affermarsi di nuove identità di tipo “translated”.
Come prospetta Hall, la formazione di translated identities, identità tradotte, è determinata da fenomeni di diaspora culturale che in passato appartenevano a persone lontane dalla loro madrepatria, obbligate a confrontarsi con le nuove culture in cui abitavano, senza semplicemente assimilarsi ad esse e perdere completamente le loro identità. Oggi, date le dimensioni globali di fenomeni di diaspora culturale, pensiamo ad esempio all’Europa contemporanea, un territorio in continua mutazione, in movimento, dai confini ideali e fluidi, che cambia volto acquisendo nuove lingue, culture e tradizioni, queste strategie di riformulazione identitaria sono sempre più frequenti e caratteristiche della nostra contemporaneità.
Altro elemento caratterizzante il paradigma della contemporaneità è il sincretismo culturale.
Il sincretismo è un “concetto che riplasma i codici”, caratterizzato dalla coesistenza o giustapposizione di elementi incompatibili o illegittimi. Il sincretismo culturale mette insieme pezzi, elementi, tratti, frammenti di culture diverse, producendo qualcosa di innovativo.
Questi sincretismi culturali sgorgano indisciplinati e incoerenti da ogni piega della contemporaneità per sovvertirla o per stupirla. Il sincretismo dunque rimastica e assorbe le mondoculture.

2- Orientamenti internazionali

In questo contesto di omologazione e globalizzazione della società contemporanea, la tematica identitaria è sicuramente centrale nella ricerca artistica di molti artisti internazionali, sviluppata in molteplici direzioni. Per esempio, Tracy Emin indaga l’identità personale, il suo lavoro ci racconta di sé stessa, ci svela i suoi aspetti più intimi, i suoi amori, i suoi desideri, i suoi fallimenti, i suoi successi. Le opere di Tracy Emin attraverso toni tragici o più spesso ironici ci raccontano la sua storia personale in direzione di un’identità riconoscibile e circoscrivibile ad un territorio di appartenenza.
Al contrario, un artista come il vietnamita Jun Nguyen-Hatsushiba indaga l’identità nazionale. Attraverso la poesia, la meraviglia e il fascino dei suoi video, commemora momenti della tradizione vietnamita, invitando gli spettatori a condividerne i valori.
Il lavoro di artisti come Allora e Calzadilla è orientato verso l’analisi dell’identità sociale, coglie le trasformazioni dell’identità individuale all’interno di una società globalizzata che produce attitudini contrastanti.
Un altro esempio è l’identità fluttuante, in continua mutazione, in metamorfosi di Matthew Barney. I protagonisti dei cinque film che costituiscono il ciclo Creymaster, assumono spesso queste caratteristiche e si impegnano spesso in azioni atte a rendere il più possibile il momento dell'assunzione di identità.

3- Nuove dimensioni locali

Stringendo il campo d’indagine a livello italiano ed in particolare locale, a Bologna, questa sensibilità nella produzione artistica contemporanea, di orientare la ricerca verso tematiche identitarie, si manifesta oggi con particolare rilievo nel progetto Orfeo Hotel Contemporary Art Project, si è manifestata per tutto il decennio ’90 con Il Campo delle Fragole.

Il Campo delle Fragole, è nato come gruppo alternativo all'interno della scena artistica bolognese dei primi anni novanta. Composto da dieci artisti di diversa nazionalità, tra cui Luigi Mastrangelo e Karin Andersen, il Campo delle Fragole, ha svolto la propria attività muovendosi con lo slogan "uno stile per esistere dentro e fuori l'arte".
Spazio espositivo alternativo che tutte le sere si trasformava in un salotto culturale fittissimo di eventi, il Campo delle Fragole si è caratterizzato come punto di riferimento per artisti e critici, aperto al confronto con altre realtà artistiche è stato polo di diffusione di opinioni, informazioni, idee.

Orfeo Hotel Contemporary Art Project nuovo spazio espositivo, progettuale e di divulgazione dell’arte contemporanea, nasce come opera d’arte in progress dell’artista Elisa Laraia, sulla base teorica dello scambio identitario, fondamento della sua ricerca artistica.
I concepts su cui si fonda sono lo scambio identitario e lo scambio culturale, sviluppati attraverso il lavoro di artisti la cui poetica indaga il tema dell’ identità, creando opere d’arte nella specificità del luogo e attuando una logica di interazione tra gli artisti invitati e il lavoro di Elisa Laraia.
Spazio pubblico, luogo di friuzione, crocevia di pensieri sull’arte e sulla cultura, si pone come un non-luogo, in cui l'identità, nelle sue forme storiche, durature e tradizionali, non può più esistere, ma darà spazio a nuove formazioni identitarie.

Private Conversation, dvd, 3 minuti, 2005.

Elisa Laraia appare come un’artista cosmopolita, un’ “organizzatrice delle identità” dall’ atteggiamento intellettuale ed estetico di apertura verso esperienze culturali diverse.
In questo senso, Elisa Laraia collocandosi in una posizione metaculturale, come translated identity incarna perfettamente l’opzione identitaria della “traduzione”.
Nel video Private Conversation, che vi sto per mostrare, l’artista esplora il concetto di identità attraverso un immaginario enigmatico ed estremamente affascinante, all’interno di uno spazio che si dilata e contiene tutto, eliminando qualunque distanza, anche quella tra cielo e terra.
Se l’ibrido è la categoria del multiplo: multi-prospettico, multi-narrativo, multi-sequenziale, Private Conversation è il racconto visivo dello stato dell’essere contemporaneo molteplice, frammentario e schizofrenico, all’interno di una società che impone un’esistenza inevitabilmente costituita da ruoli multipli e da un’identità fluida.
In Private Conversation Elisa Laraia indaga nello specifico la condizione femminile contemporanea, alle prese con un’identità non del tutto risolta, caratterizzata da tensioni contrastanti come il desiderio di costruirsi una “casa”, metaforicamente rappresentata dal contatto, la fusione con la terra, e la libertà di portare avanti le aspirazioni personali, con tutte le rinunce a livello privato che questo comporta, rappresentata dalla persona che vola.

Isabella Falbo, relazione nell’ambito del convegno Tracker Art, Trani, Auditorium S.Antonio, 17-19 novembre 2005